Venezia di Guy de Maupassant

Alcuni di questi canali, i più stretti, a volte solo deliziosamente bizzarri. Le vecchie case corrose dalla miseria vi riflettono i loro muri stinti e anneriti, vi inzuppano i loro piedi sporchi e screpolati, come poveri in ginocchio che si lavano nei rigagnoli. I ponti di pietra scavalcano quest'acqua rovesciandovi dentro la loro immagine, la incorniciano d'una doppia volta, una falsa e l'altra vera. Avevi sognato una città vasta dai palazzi immensi, talmente è grande la rinomanza di questa antica regina dei mari. Ti stupisci che tutto sia piccolo, piccolo, piccolo! Venezia non è che un ninnolo, un vecchio ninnolo d'arte affascinante, povero, rovinato, ma fiero di una bella fierezza di gloria antica.
Tutto sembra in rovina, tutto sembra sul punto di lasciarsi crollare in quest'acqua che sorregge una città logora. I palazzi hanno facciate devastate dal tempo, macchiate dall'umidità, smangiate dalla lebbra che distrugge pietre e marmi.
Qualcuno è vagamente inclinato su un fianco, pronto a cadere, stanco di rimanere da così tanto tempo in piedi sulle sue palafitte.
Venezia di Guy de Maupassant