Le Donne di Treviso

Piazza indipendenza
Quella che ora è Piazza Indipendenza, a fianco dello scalone del Palazzo della Ragione, un tempo era chiamata Piazza delle Donne perché lì, le contadine, vendevano i prodotti del proprio orto. Infatti, dove ora al centro della piazza è posta la statua della libertà, c'era una cisterna per l'acqua piovana che serviva proprio alla prima pulizia degli ortaggi.
La statua fu innalzata nell'autunno del 1875 su disegno di Luigi Borro che propose Treviso come una matrona. La donna stringe con una mano la bandiera nazionale e con l'altra tiene una corona; con il piede infrange la catena dell'oppressione. La gente comune, invece, vedeva le cose da un altro punto di vista e subito soprannominò la statua "la Teresona". Tale Teresona non era altro che la tabaccaia di una delle bottegucce che si appoggiavano al Palazzo della Ragione, che molto assomigliava alla statua.
Ora vediamo se qualcuno ricorda questa scena: l'impiegato di banca Osvaldo Bisigatto, impersonato da Gastone Moschin, a causa di una delusione d'amore tenta di gettarsi dal palazzo della Prefettura...
Avete indovinato! È il film Signore e Signori che puntava il dito contro la provincia perbenista.
In quegli anni le donne di Treviso venivano definite "bellezze altere ed eleganti", quasi a dire che fossero più attraenti rispetto alla media nazionale. Pare che, pur non vivendo in una metropoli e quindi considerate delle provinciali, fossero invece piuttosto smaliziate nei confronti di chi veniva dalla grande città! Il film "Signore e Signori" accese la fantasia di molti e divenne famoso anche all'estero. Nei paesi arabi, ad esempio, veniva proiettato col titolo "Il latte e il miele" e dipingeva Treviso come una lontana e misteriosa meta paradisiaca...