Edicola funebre romane

Poco prima di giungere al Duomo, lungo il Calmaggiore, si può scorgere in alto, sullo spigolo di un edificio, un'edicola funebre di epoca romana con l'immagine di due coniugi. La tradizione asserisce fossero dei fedeli cristiani dell'epoca di San Girolamo, uno dei padri della chiesa, vissuto nel IV secolo.
La prima volta che Girolamo giunse a Treviso sarebbe stato ospite nella casa di questo umile ciabattino e di suo moglie. Per ringraziarli della loro generosità chiese cosa volessero e quando loro risposero solamente "qualcuno che preghi per noi perché non abbiamo eredi", li benedì e invocò su di loro anche ricchezza economica da distribuire ai poveri.
Quando il santo ripassò in città dopo qualche anno, non trovò più la coppietta nella solita catapecchia col tetto di paglia ma in una villa bellissima piena di servitori. Chiese loro se ancora fossero generosi e pii cristiani e loro risposero che una volta all'anno davano dei soldi, il loro superfluo, ai poveri e quindi che si sentivano a posto. Quando il santo uscì dalla casa decise di togliere loro la sua benedizione.
Un anno dopo Girolamo si ritrovò ancora a Treviso perché i cristiani stavano crescendo di numero. Cercò la coppietta e la trovò in una catapecchia come quando li aveva conosciuti. A causa di un affare sbagliato erano caduti nella miseria e un servo impazzito aveva appiccato fuoco al loro palazzo. Lui era tornato a fare il ciabattino ed erano di nuovo generosi con gli altri. Della loro bella villa si era salvato solo il loro ritratto che custodivano in ricordo del loro amore.
Girolamo chiese al discepolo che era solito accompagnarlo, cosa avesse imparato dalla vicenda e lui rispose:" bisogna fare attenzione ai desideri per i quali si chiede l'esaudimento".
Girolamo disse:" è vero, ma avresti dovuto aggiungere che quanto ci viene dato è esattamente quello che è meglio per noi, per essere come dobbiamo."
Tratto da: Guida ai luoghi della Treviso misteriosa @ed.programma